Nessuno mi ha mai chiamato “ecoarchitetto” (termine che, simpaticamente, non so neanche cosa voglia dire!), ma sono grato al quotidiano pugliese L’Edicola del Sud per questa intervista nella quale, a poche ore dal world enviroment day, sottolineo ancora una volta l’urgenza di deimpermeabilizzare e rinaturalizzare le nostre città con infrastrutture ecologiche diffuse e interscalari capaci di innescare inediti processi sociali e duraturi benefici economici.
Una grande responsabilità, serve sottolinearlo, è in capo ai Sindaci che non possono pensare che la sostenibilità attesa sia nei rendering e nel greenwashing, con Piani Urbanistici spesso chiusi nel cassetto da 30 anni, ma devono farsi attraversare dalla complessità contemporanea declinandola come una opportunità per una prosperità inclusiva e per una riconfigurazione innovativa del proprio territorio.
Si pensi a quanto si potrebbe fare attraverso una oculata e lungimirante pianificazione energetica che rilanci, a scala urbana, la transizione energetica.
Le città pugliesi, ma non solo, prendendo esempio da quelle già insignite dall’Unione Europea, possono diventare, infatti, carbon neutral ed energeticamente autosufficienti. Servono coraggio e visione politica.
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