La storia dell’imprenditrice sarda Daniela Ducato mi ha sempre affascinato. Di seguito richiamo, brevemente, alcune innovazioni di cui è stata ideatrice carismatica. L’articolo è pubblicato su Eco in città, nella mia rubrica mensile dedicata all’economia circolare.
Sergio Mattarella, nel conferirle il titolo di Cavaliere della Repubblica, l’ha definita “campionessa mondiale di innovazione”.
E lei, l’imprenditrice sarda Daniela Ducato che negli ultimi anni ha sia collezionato riconoscimenti nazionali e internazionali sia fondato imprese ispirate alla visione strategica dell’economia circolare, non ha intenzione di rallentare la sua corsa verso un pianeta non solo più sano, ma anche più giusto, convinta che la giustizia sociale e ambientale siano le due facce di una stessa medaglia: quella di una realtà che deve essere aumentata dalla naturalità e dalla solidarietà.
Edilana, una delle numerose aziende innovative avviate negli ultimi 20 anni, è stata una delle prime in Italia che ha trasformato un rifiuto speciale come la lana delle pecore – fino a quel momento destinata alle discariche con costi significativi per i pastori sardi – in un driver eccezionale di innovazione e di sviluppo sostenibile.
La lana, ancor più quando è ricavata da animali che sono allevati con cura e con rispetto, è, infatti, sia un materiale naturale con cui è possibile ricavare pannelli isolanti per ridurre gli impatti ambientali di un settore fortemente energivoro come l’edilizia garantendo una migliore salubrità indoor; sia un materiale pressoché rinnovabile per la presenza di oltre 7 milioni di pecore in Italia e, soprattutto, riciclabile poiché offre la possibilità, per le sue diverse proprietà fisiche, biologiche e meccaniche, di creare capi di abbigliamento, oggetti di arredo e di design, accessori e giocattoli, nonché soluzioni smart per la bonifica dei mari contaminati dal petrolio e per l’agricoltura.
Le applicazioni in questo settore, oltre ad essere le più recenti, sono, probabilmente, anche le più resilienti: la lana, per la sua virtù di essere non solo termoregolante, ma anche compostabile – come si evince dall’esperienza dei biocoltivatori trentini di Lokalana – permette, da un lato, di proteggere le coltivazioni dagli sbalzi di temperatura e dai raggi Uv; e consente, dall’altro, una volta esaurita la funzione di “copertura”, di rifertilizzare il suolo, mediante la tecnica della pacciamatura, avendo tempi di degradazione maggiori rispetto alla paglia ed evitando, inoltre, l’inquinamento da plastica dei terreni.
Di notevole interesse, tuttavia, sono anche le sperimentazioni, avviate proprio da Daniela Ducato con il prodotto “Geolana” sin dal 2016, per ripulire i mari che sempre più spesso vedono alterati i propri equilibri ecosistemici a causa dello sversamento del petrolio.
Con la lana, infine, ancor più quando sono abbinati ad altri materiali nell’idea di saldare tradizione e innovazione, si possono realizzare sia originalissimi lampadari (come quelli proposti da Archimade Studio in Puglia), sia bambole per bambine, sia addirittura accessori come gli occhiali da sole (ideati da Donato Mercadante), per una esperienzialità e quotidianità che sempre più fa rima con sostenibilità. E benessere, nel dovere di vivere sempre più in armonia con la natura.
P.s. Per la visione davvero armonica ed ecosistemica, l’esperienza innovativa e generativa di Daniela, contro ogni forma di spreco, ricorda quella di Biova.