Secondo l’ultimo rapporto della Fao “Lo Stato delle Foreste“, tra gli interventi indispensabili da realizzare per preservare la biodiversità e contrastare il crescente global warming, si individuano, oltre alla cancellazione della deforestazione, il ripristino dei terreni degradati e la gestione sostenibile delle foreste.
L’adozione sinergica ed ecosistemica di queste misure, anche nell’intenzione di conseguire entro il 2030 uno degli obiettivi annunciati durante la Cop26 di Glasgow, permetterebbe una riduzione o un assorbimento di quasi 5 miliardi di tonnellate di CO2, con non pochi benefici sociali e ambientali per un pianeta sempre più in crisi.
Per quanto premesso e nonostante l’Italia abbia un patrimonio forestale di indubbio valore naturalistico – peraltro in crescita a causa dello spopolamento delle aree marginali o interne nei cui territori si trovano le maggiori superfici boscate – merita attenzione “Mosaico Verde“, la campagna nazionale per la forestazione di aree urbane ed extraurbane.
L’iniziativa, avviata nel 2018 su impulso di Legambiente e di Azzero CO2, ha permesso – secondo i dati presentati durante l’evento “Nuovi boschi urbani e tutela delle foreste: la ricetta di Mosaico Verde per rendere più verde l’Italia” – di piantare oltre 300mila alberi (311.000 per la precisione) per un assorbimento stimato di oltre 217.000 tonnellate di CO2.
“Mosaico Verde“, al cui successo hanno contribuito oltre 35 piccole e grandi aziende che hanno aderito per il principio della responsabilità sociale d’impresa, ha consentito, fino ad oggi e in ben 16 Regioni, di riqualificare e di rinaturalizzare oltre 285 ettari di suolo.
Come scrissi in occasione della Giornata della Terra, per limitare l’innalzamento delle temperature medie oltre la soglia estrema di sicurezza dei 2°C e per ridurre il rischio rappresentato dall’aumento esponenziale di eventi estremi sempre più intensi e frequenti, i processi di riforestazione urbana e di diffusione delle soluzioni basate sulla natura sono fondamentali e non più rinviabili.
Mi auguro, pertanto, che la campagna possa proseguire il suo percorso, possa ampliarsi in altri territori, prevedendo anche sistemi più accurati di monitoraggio per la valutazione dello stato di salute degli alberi, nonché, infine, che i servizi ecosistemici possano davvero diventare uno strumento integrato per la pianificazione urbanistica sostenibile delle nostre città.